“C’è solo un capitano!” A tu per tu con Giordana Torresani.

Giordana Torresani è uno dei pilastri fondamentali su cui si regge il Trento Clarentia e, non a caso, è il capitano della squadra. Classe 1987, si è innamorata di questo sport a 19 anni, dopo aver abbandonato il ciclismo. Trento, Maddalene e poi la grande occasione al Südtirol che le ha permesso di calcare i campi più importanti della massima serie nazionale. Infine, l’approdo al Trento Clarentia 3 anni fa, società alla quale è molto legata. È un centrocampista che gli inglesi definirebbero “box to box player” per la capacità innata di coprire tutto il campo svolgendo egregiamente entrambe le fasi di gioco.

Ciao Giordana, partiamo dalla stagione in corso. Come valuti il vostro percorso fino ad ora?

“Direi che abbiamo portato a termine un buon girone d’andata dimostrando di potercela giocare alla pari con tutte le squadre. Adesso invece stiamo vivendo un periodo negativo rendendo al di sotto delle nostre possibilità. Il bilancio, quindi, non può essere positivo proprio a causa di questo trend che dobbiamo invertire il prima possibile”.

La domanda allora viene spontanea, a cosa è dovuto questo calo?

“Non è semplice, penso ci siano più fattori da prendere in considerazione. Il primo è sicuramente caratteriale perché facciamo ancora un po’ fatica a reagire nei momenti di difficoltà, poi abbiamo avuto tanti infortuni e, anche se adesso siamo quasi tutte disponibili, ci sono ancora giocatrici che devono riacquistare a pieno la forma fisica. Poi probabilmente ci è mancata un po’ di costanza di rendimento e a volte abbiamo permesso alle avversarie di sfruttare le nostre debolezze con troppa facilità”.

Secondo te, le difficoltà riscontrate sul piano caratteriale sono superabili?

“Assolutamente sì! Tutto è migliorabile, io stessa mi sono resa conto di essere migliorata in molti aspetti col passare degli anni. Certo, non è un cambiamento che può avvenire dall’oggi al domani e probabilmente dovremo sbattere la testa ancora tante volte per crescere in questo aspetto del gioco. Sono fiduciosa però perché il nostro è un gruppo giovane e molto valido, miglioreremo sicuramente”.

Visti i tuoi trascorsi, quali sono le principali differenze che hai notato tra la Serie A e la Serie C?

“Sicuramente il ritmo molto più sostenuto e, dal punto di vista tecnico, la velocità di esecuzione delle giocate. Non c’è una differenza grandissima nelle trame di gioco proposte però la velocità con cui viene eseguito il tutto è molto maggiore”.

Qual è la giocatrice più forte con cui hai condiviso lo spogliatoio

“Ho la fortuna di giocare ancora insieme a lei, Alessandra Tonelli. Abbiamo fatto tanti anni insieme anche al Sudtirol e apprezzo molto la sua completezza come giocatrice. Capitolo a parte quello del nostro portiere Chiara Valzolgher, lei sarebbe già sicuramente all’altezza per giocare in Serie A”.

Domanda scomoda, che ormai faremo a tutte voi: da quale compagna ti aspetti un gran finale di stagione?

“Sicuramente la giocatrice che deve fare un salto di qualità nelle partite è Giulia Rosa. Dico molte volte anche a lei che secondo me gioca al di sotto delle proprie possibilità. Spero che man mano prenda sempre più coscienza delle proprie qualità perché adesso è vicecapitano e tutta la squadra, me compresa, crede ciecamente in lei”.

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