“Mi occupo di calcio femminile dal 2018 quando il settore giovanile del Trento Calcio Femminile era composto dalla Juniores e da una squadra di esordienti. Come tanti altri dei nostri oltre 30 collaboratori mi sono avvicinato per dare una mano e poi sono stato conquistato dalla grandezza umana di queste ragazzine. Tanta strada vero?”: è iniziata così nel 2018 l’avventura di Gianfranco Berti al Trento Calcio Femminile, di cui oggi è responsabile del settore giovanile. Sette anni fa le squadre erano due, oggi sono cinque (una Esordienti, una Under 15, due Under 17 e una Under 19): “In totale abbiamo più di 110 tesserate per il nostro settore giovanile. Il movimento ha registrato una crescita notevole se consideriamo che sette anni fa eravamo meno della metà”.
Come si può far crescere al meglio una giovane atleta, calcisticamente e non solo? Quali sono i principi che guidano la vostra attività?
Penso che i nostri principi possano essere riassunti nel desiderio di consentire a più ragazze possibile di praticare liberamente il gioco del calcio in ambienti sani, educativi, formativi e competitivi che siano in grado di offrire loro la possibilità di crescere il più possibile secondo le proprie aspirazioni e possibilità. Cerchiamo di non dire di no a nessuna, non facciamo selezione, e non giudichiamo mai nessuna.
Mi piace ricordare quando abbiamo deciso di fare tre allenamenti a settimana in orari “pesanti”, dalle 19 alle 22 di sera: all’inizio alcune ragazze e genitori si sono spaventati per il troppo impegno che avrebbe potuto creare difficoltà con lo studio, ma poi a fine stagione tanti si sono resi conto che invece era aumentato anche il rendimento scolastico. Avendo meno tempo a disposizione, tante ragazze hanno imparato a non sprecarlo, ad organizzarsi bene e ce l’hanno fatta.
Cos’è secondo te il talento? Come si può “coltivare”?
Secondo me il “talento” è quella capacità di fare bene una cosa sentendosi felici e riuscendo ad esprimere la propria personalità ed i propri valori mentre lo si fa. Comunicando sentimenti giocando a calcio senza dimenticarsi che il gioco del calcio è un gioco di squadra e lo si può praticare solo se si è almeno un gruppo di 25 persone tra giocatrici, allenatori, accompagnatori, eccetera… Il talento che non viene messo a disposizione della squadra e delle compagne per me vale poco: quel tipo di talento lo si trova facilmente anche alla Play Station ormai.
Tutte le atlete del settore giovanile hanno anche in contemporanea l’impegno con la scuola: come riescono a conciliare le due cose secondo te?
Rispondo citandoti una frase che ho scritto su un foglio ad una delle nostre atlete che era un po’ in difficoltà tra impegni di calcio, scuola e altro. Le ho scritto: “hai poco tempo: vedi di sprecarne il meno possibile in cose che non sono utili a mantenere i tuoi impegni con la squadra, con la scuola e con mamma e papà”.
Poi non nascondo che quando faccio il mio giro sui campi di allenamento non manca mai una verifica di come vada la scuola. Così anche i nostri allenatori e dirigenti accompagnatori sempre presenti sui campi sono altrettanto attenti al rendimento scolastico e laddove notano un calo a scuola sono pronti ad intervenire in supporto stimolando ad un maggiore impegno senza però venir meno agli impegni presi con la squadra.
Siamo a metà stagione, come sta andando quest’anno fin qui?
È andata molto bene e sono certo che andrà molto meglio anche nella seconda parte. La prima parte di stagione è stata molto impegnativa perché abbiamo inserito una nuova squadra (la seconda U17) e soprattutto perché, come ogni anno, abbiamo rivisto gli organici per renderli il più adeguati possibili per far crescere le ragazze. Il nostro obiettivo non sono le vittorie ma è farle crescere il più possibile assecondando nel limite del possibile le capacità e aspirazioni di ognuna. Sembra una banalità ma è più formativa una sconfitta che una vittoria roboante.
Questo fa sì che ci siano dei momenti di sconforto ogni tanto ma sono anche certo che se le ragazze si guardano indietro noteranno il percorso che hanno fatto e potranno essere molto orgogliose. È successo più di una volta vedere venti ragazze allenarsi il lunedì sera alle 20 sotto la pioggia dopo una sconfitta al sabato.
Tra le squadre del settore giovanile c’è una Under 17 che gioca nel campionato maschile Under 14: come mai questa scelta? Che percorso stanno facendo le ragazze?
Sì è vero e sono molto orgoglioso di loro e del loro allenatore. Di fronte alla crescita di numeri di cui abbiamo parlato ci siamo trovati con un numero eccessivo di ragazze rispetto alle squadre che eravamo soliti allestire e quindi, coerentemente con i budget che abbiamo a disposizione abbiamo allestito una seconda U17 che partecipa al campionato maschile provinciale a 11.
Sono un gruppo di ragazze che l’anno scorso partecipavano al campionato femminile U15 a 9 e si sono viste catapultate su un campo a 11 e contro 11 maschi. L’inizio è stato duro perché sono arrivare le sconfitte ma vi posso garantire che stanno crescendo moltissimo. Soprattutto hanno dimostrato un carattere molto forte e determinato a lottare ed a crescere. Hanno capito che la vittoria sta anche nell’impegnarsi al massimo per migliorare anche e soprattutto in una situazione avversa.
In tutto questo ha avuto un ruolo importante anche il mister che forte della sua esperienza ha mantenuto la calma, ha continuato a lavorare intensamente tenendo sempre la barra a dritta. Grandi le ragazze, grande gruppo!
La Prima Squadra ha un’età media molto giovane, anche grazie alla presenza di molte ragazze provenienti dal settore giovanile, alcune in pianta stabile e alcune per qualche partita: ti rende orgoglioso vedere le ragazze più giovani esordire tra le grandi?
Mi rende e ci rende molto orgogliosi. Dopo anni con noi, le conosco bene, conosco i loro sogni, le loro paure, mi ricordo magari anche qualche volta che ho alzato la voce, ricordo quante volte ho dato loro aiuto in momenti di sconforto: insomma, abbiamo un po’ sofferto e gioito assieme e vederle tra le grandi mi rende felice. Soprattutto mi rende felice vedere che oltre che a gestire la palla, hanno imparato ed assimilato le regole fondamentali di un gruppo sportivo e si comportano bene.