SE LA STRADA SALE NON TI PUOI NASCONDERE: LA RINASCITA SPORTIVA DI SILVIA ZAPPINI

“Quando la strada sale non ti puoi nascondere” con queste parole il cannibale delle due ruote Eddy Merck amava spiegare a giornalisti e fans le ragioni che lo portavano ad attaccare, quando molti altri avrebbero preferito starsene nella pancia del gruppo.
Una frase tanto evocativa quanto vera in tutti gli ambiti della vita, una frase che riassume al meglio la resilienza di Silviza Zappini. E come l’araba fenice risorge dalle proprie ceneri anche l’attaccante classe ’96 ha saputo rinascere (sportivamente parlando) dopo un periodo in cui tutto sembrava andare storto. La passione, quella vera, per il gioco del calcio ha consentito a Silvia di superare due gravi infortuni (rottura del legamento crociato anteriore e rottura del menisco) e di tornare a respirare il soave profumo del prato verde.
Il primo amore sportivo dell’attaccante nonesa non fu però il pallone, bensì proprio la bicicletta. Fin dalla tenera età l’atleta classe 1996 si destreggiava sulle due ruote, inizialmente in concomitanza con il calcio, poi preferendo le salite di Denno e dintorni alla pianura del terreno di gioco. A 17 anni però ecco arrivare il grande ritorno, con Silvia che decise di ricominciare a correre dietro al pallone con la squadra delle Maddalene, per poi passare successivamente al Trento Clarentia.

Silvia, “sembrava la fine del mondo (ndr. sportivo s’intende) ma sono ancora qua, ci vuole abilità, eh gia!” Canta Vasco Rossi, e tu di abilità per tornare dal duplice infortunio ne hai avuta tanta, anzi tantissima, come sono stati questi mesi?

Due operazioni e sono tornata, sinceramente non pensavo di riuscirci. Dopo il primo infortunio mi ero ripromessa che qualora mi fossi fatta ancora male avrei smesso, ma con un gruppo del genere è assolutamente impossibile, ve lo assicuro!
Se gioco ancora a calcio il merito è della società e delle mie compagne. Appena varco la porta dello spogliatoio entro in un mondo a sé, dove i problemi stanno fuori.. al Trento Clarentia c’è un ambiente fantastico!
Al Trento Clarentia sto davvero bene e riesco anche a conciliare gli impegni all’Università (ndr. Silvia studia a Padova) con allenamenti e partite, facendo tanti sacrifici ma riuscendo ad essere felice.

Come ti senti dopo l’infortunio?

Sono rientrata in campo contro la Riozzese e sto pian piano prendendo confidenza nuovamente con il campo. Sono ancora lontana dalla condizione ottimale e gioco condizionata dalla paura di farmi male, ma credo sia fisiologico all’inizio.

Nonostante i malanni fisici hai sempre seguito la squadra, che giudizio dai sulla stagione?

Stiamo affrontando un campionato nuovo e all’inizio non sapevamo il livello che ci sarebbe stato. È stato un anno altalenante ma siamo ancora in corsa per il podio e lotteremo fino alla fine per questo obiettivo.

Cosa ti aspetti dal finale di campionato?

Spero di potermi mettere a disposizione delle mie compagne per riuscire a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissate con la società. Dal punto di vista personale l’obiettivo è quello di ritrovare la giusta confidenza con il pallone e non giocare più condizionata dalla paura di farmi male nuovamente.

Quali sono le compagne che più ti hanno sorpreso? 

Sicuramente Giorgia Daprà e Carolina Poli.
Giorgia conosce perfettamente il suo potenziale, quelle cose che sa fare le fa sempre alla grande. Dà sempre una mano e per noi risulta importante avere un riferimento come lei in attacco.
Carolina è arrivata nella seconda parte della stagione e ha portato un importante aumento di cilindrata al motore. Vince ogni contrasto e aumenta in maniera incredibile l’agonismo della squadra.

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